Che una sentenza di un tribunale si possa eseguire in un ospedale, tra medici in camice verde, mascherine e guanti fa uno strano effetto. Ma è proprio in un ospedale che Majid Movahedi stava per subire la pena che un tribunale, applicando la legge della sharia, gli aveva comminato: un’equipe medica era pronta ad instillargli negli occhi delle gocce di acido che lo avrebbero reso cieco.
Sembrano racconti di altri tempi, sono solo racconti di altri luoghi.
Accade in Iran, e la mano del medico-boia è stata bloccata proprio un attimo prima che sugli occhi di Majid calasse per sempre un velo nero. A fermarla è stata una donna, la vittima di Majid Movahedi. Ameneh Bahrami dal 2004 è cieca e orrendamente sfigurata: la mano che ha reso il suo volto irriconoscbile e i suoi occhi bui è quella di Majid Movahedi che, per reazione al rifiuto di sposarlo ricevuto da Ameneh, aveva deciso di fargliela pagare, gettandole sul bel volto di ragazza l’acido che l’ha resa una senza volto.
«Non l’ho fatto per lui», ha dichiarato Ameneh, «l’ho fatto per Dio, per me, per il mio paese». Parole che inconsapevolmente racchiudono il senso del diritto moderno occidentale, del quale la legge del taglione – occhio per occhio – è la negazione. E tanto più è rivoltante l’azione commessa da quell’uomo – rivelatrice di una cultura nella quale la donna è mero oggetto dei desideri dell’uomo e, quando osa fare uso della propria libertà, ne paga gravissime conseguenze – tanto più deve essere tutelato dal rischio della vendetta, che in nulla risarcisce la vittima, mentre fa regredire la civiltà al suo gradino più basso.
Ameneh l’ha capito, e ha deciso di non precipitare nell’abisso dell’inciviltà, nel quale invece Majid è irrimediabilmente piombato.
Bellissima storia, poche righe per un esempio che pesa come la pietra.
premesso che personalmente sono d' accordo con la più dura condanna per questi atti di pura violenza, non capisco però quale sarebbe per lei il gradino più alto della civiltà, visto che il più basso è chiaro.
detto in altri termini, di fronte a tanta cieca barbarie, unita all' aggravante della violenza verso una donna, cosa possiamo rispondere civilmente e laicamente? ok quell' uomo non deve pagare( cioè somministrargli la sua stessa violenza, che sia acido o pena di morte), perchè pagare vuol dire taglione->arcaico, quindi? se fosse capitato nel nostro moderno (ma lo è davvero ?)occidente, in cosa sarebbe consistita la risposta civile? lo mettiamo in carcere-mi si direbbe-, lo facciamo studiare, riabilitare, etc… quindi paradossalmente avrebbe più aiuto ( e aiuto vuol sempre dire aumento di costi per la collettività) di una persona che non spruzza acido in faccia alle donne. questo è giustizia? civiltà? equità?
si fa presto a dire che quella è barbarie(vero) ed esiste il comportamento civile, la realtà è che di fronte al sopruso, alla violenza, all' ingiustizia non esistono risposte giuste. ne esistono al massimo di meno ingiuste, ma sono interpretazioni. è amaro ma questa è la conclusione. chi genera violenza rompe un ordine, che purtroppo non si ripara con i mezzi che abbiamo.
saluti, gino.