Politica

L’astensione e l’occasione per la politica

Chissà se stavolta il presidente Napolitano lo ha sentito, il bum. E se non ha sentito quello del Movimento 5 Stelle, che a Parma ha stravinto, complice il disgusto di quella città per la classe politica che ha portato allo sfascio il bilancio comunale, speriamo almeno che abbia sentito quello – davvero assordante – dell’astensionismo. E speriamo che lo abbiano sentito tutti, perché tra un anno esatto questa bomba potrebbe scoppiare tra le mani di tutti i partiti, e decretare la fine della partecipazione dei cittadini alla vita democratica di questo paese.

Lo abbiamo già scritto all’indomani del primo turno, tocca ribadirlo oggi, dopo i ballottaggi del week end che hanno visto andare alle urne meno della metà degli aventi diritto: di questo passo, l’anno prossimo a votare ci andranno solo i militanti dei partiti, che allora potranno forse gioire delle percentuali, che però rappresenteranno una sparuta minoranza di elettori. E rincuora che Marco Doria, invece di esaltarsi per il suo 60 per cento, si renda conto che a votarlo sia stato un genovese su quattro.

Se i nostri politici hanno a cuore la democrazia, e non solo i loro interessi di bottega, a questo dato devono guardare più che a ogni altro. E devono rimboccarsi le maniche (non solo sui manifesti) per cercare di riportare al voto – e alla partecipazione – quanti più italiani possibile. Come? Forse, innanzitutto, con un gesto di umiltà, guardando con curiosità, anziché con malcelato fastidio, a quel che si muove nella cosiddetta antipolitica.

Si accorgeranno, per esempio, che i “partiti tradizionali” non esistono più. L’unico che mantiene ancora una fisionomia partitica abbastanza netta (nonostante i vari tentativi di renderlo “liquido”) è il Pd. Per il resto, quello che fino a pochi mesi fa era il più grande “partito”, il Pdl, a queste amministrative si è sciolto come neve al sole. Mentre quello che fino a pochi mesi fa era considerato un fastidioso ma tutto sommato innocuo sommovimento di pancia, il M5S, è oggi accreditato da taluni addirittura al 20 per cento su base nazionale. Qualcosa vorranno pur dire, questi dati.

Per esempio: che c’è voglia di più politica. Perché le appartenenze non bastano più, si guarda a candidati e programmi, e si cambia cavallo molto facilmente se gli uni e gli altri non convincono più. La sconfitta senza appello della Lega lo dimostra. E se questo è un grande pericolo per i partiti, che non possono più contare su zoccoli duri disposti a votarli a prescindere dai contenuti, è una grande occasione per la politica, se solo i partiti se ne rendessero conto.

1 Comment

  • Perfetto. Sono d'accordo

    con quel che scrivi – anche con le prime righe –

    oltre che con la sobrietà del tuo stile.

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Chi sono

Sono caporedattrice di "MicroMega". Ho studiato filosofia e ho scritto "Non c'è fede che tenga. Manifesto laico contro il multiculturalismo" (Feltrinelli, 2018); "La Terra è rotonda. Kant, Kelsen e la prospettiva cosmopolitica" (Mimesis edizioni, 2015). Mi occupo principalmente di diritti civili, laicità e femminismo. Vivo a Francoforte sul Meno. Per contattarmi potete scrivere a cinziasciuto@animabella.it

Ich bin Journalistin und Autorin. Ich habe in Rom und Berlin Philosophie studiert und an der Sapienza Universität in Rom promoviert. Ich bin leitende Redakteurin bei der italienischen Zeitschrift für Philosophie und Politik „MicroMega“ und schreibe auch für einige deutschen Medien, u. a. "Die Tageszeitung" und "Faustkultur". Auf meinem Blog „animabella.it“ schreibe ich zu Säkularismus, Frauenrechten, Multikulturalismus und Fragen der Bioethik. Ich habe zwei Bücher geschrieben: "Die Fallen des Multikulturalismus. Laizität und Menschenrechte in einer vielfältigen Gesellschaft" (Rotpunktverlag, 2020; Originalausgabe auf Italienisch Feltrinelli 2018) und „La Terra è rotonda. Kant, Kelsen e la prospettiva cosmopolitica“ (Mimesis Edizioni, Milano 2015). Ich lebe mit meiner Familie in Frankfurt am Main.

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