Qualche osservazione tecnica, da non renziana.
Il quasi-ex-sindaco di Firenze/segretario-del-Pd/quasi-premier ha una sola possibilità per non giocarsi questa occasione: ignorare completamente e in blocco le richieste dei partiti – tutti, iniziando dal Pd – per la composizione del governo, scegliersi una squadra interamente di fiducia (e, dunque, in qualche misura di “fedeli”) e proporsi al parlamento con un secco aut aut: se trova una maggioranza, bene, avrà la possibilità di misurarsi sui fatti. Se non la trova potrà addossare la colpa alle vecchie logiche dei partiti e si andrà alle urne (potendo dire, riecheggiando un certo B, “non mi fanno lavorare!”). Se nel governo Renzi ci sarà posto per un Alfano, un Lupi, ma anche un Letta o un Cuperlo, la sfida è già persa in partenza.
E dalle prime indiscrezioni, sembra proprio che i posti di governo saranno spartiti secondo la più vecchia delle logiche partitiche: cosa pensa di riuscire a fare non dico di rivoluzionario, ma anche solo di minimamente riformista Renzi con un Alfano vicepremier? (Piccola annotazione di logica: il vice-premier dovrebbe essere uno che fa le veci del premier, ossia una sorta di alter-ego, uno di cui il premier possa fidarsi ciecamente. Chiunque in qualunque posizione di potere, anche piccolo, si sceglie il suo vice tra le persone di più stretta fiducia. Per quale motivo in questo caso scegliere addirittura la controparte politica? Le larghe/strette intese, di dirà: ma è proprio da questa logica che Renzi rischia di finire stritolato).
Se c’è un punto di forza in Matteo Renzi è nell’apparire (quanto all’essere è tutta un’altra storia) nuovo: nuovo nei metodi, nuovo nel linguaggio, nuovo persino nelle abitudini (riunioni di segreteria alle 7 del mattino, smart, giacche di pelle, abito chiaro anche nelle cerimonie ufficiali…). È la sua unica, fragilissima, preziosissima (per lui) pietra filosofale. Farà bene a non farla cadere al primo inciampo.
Cinzia non dimenticare il principio di realtà, francesco
che senso ha essere renziani o non renziani? ma, se la questione viene posta come qui fa cinzia sciuto, c'è la possibilità che persino uno come me, assai poco benevolo verso gli amici di micromega, possa discuterne. ho scritto un pezzo uscito su gli altri on line e nel mio blog (albertoabruzzese.blogspot.com) in cui chiedo che renzi dimostri le sue capacità di rottamatore facendo ministro dell'università qualcuno che invece di riformarla al peggio cominci a rifondarla radicalmente, Comincia così: "Quanto più la politica è disastrosa – arreca danno e sofferenza – tanto più rivela il carattere illusorio dei conflitti che mette in campo. Delle credenze che suscita e distrugge. E’ quindi opportuno diffidare anche della contrapposizione tra “il diavolo” e “l’acqua santa” in quanto rivelano due modi d’essere intercambiabili. E questo vale pure per Renzi e Letta. Chi è il diavolo e chi l’acqua santa? Ovviamente una buona filosofia li smaschera ambedue. Tuttavia solo Platone ha voluto far credere che ai filosofi spettasse governare bene."
che dire cara Cinzia Sciuto hai detto tutto ciò che io penso. Non son una grande lettrice degli eventi politici, ma Renzi,si, l'avevo letto bene!!!!!!
Sonia
Caro Francesco, io temo sempre che il principio di realtà possa essere una utile foglia di fico per il mancato cambiamento. Detto questo, come tu sai bene, quello che ho scritto in questo post non è tanto un augurio, quanto una riflessione da mera osservatrice.
Caro professor Abruzzese, grazie per l'attenzione!
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