Miscellanea NEWSMAVENS

PROSTITUZIONE: LIBERTÀ O SFRUTTAMENTO? UN DIBATTITO CHE DIVIDE ANCHE LE FEMMINISTE

Quella che segue è la traduzione italiana della segnalazione uscita su Newsmavens e basata su un articolo di Maria Concetta Tringali pubblicato su MicroMega.

La libertà di disporre del proprio corpo giunge fino al diritto di vendere prestazioni sessuali? O la prostituzione cela sempre – anche quando è scelta in piena libertà – uno sfruttamento del corpo della donna e dunque in ultima analisi una forma di violenza?

È una questione che divide da sempre non solo la società nel suo complesso, ma anche il mondo femminista. E i governi hanno adottato gli approcci più diversi per gestire il fenomeno: dal “modello svedese” che punisce i clienti a quello della depenalizzazione sperimentato in Germania.

E le femministe, appunto, si dividono. Da un lato le sex (e i) sex worker reclamano la possibilità di esercitare la propria professione in maniera regolamentata, il che significherebbe anche trasparente e sicura sotto il profilo dell’assistenza sanitaria. Dall’altro molte associazioni femministe esprimono la preoccupazione che regolamentare la prostituzione significhi di fatto accettare lo sfruttamento sessuale delle donne.

Nel discutere del tema, infatti, non si possono negare alcuni dati di fatto. Come riporta Tringali nell’articolo che segnalo, in Germania, dove la prostituzione è stata sensibilmente depenalizzata, la la stragrande maggioranza delle prostitute proviene dai paesi dell’Est, il che fa supporre che il grado di “libertà” della loro scelta sia molto limitato.

La domanda di fondo, infatti, è la seguente: è anche solo pensabile una libera scelta nella vendita del proprio corpo, stanti le attuali relazioni economiche e di potere? Mentre in un puro ragionamento teorico è certamente pensabile che una donna scelga in piena e completa libertà di disporre del proprio corpo anche vendendo le proprie prestazioni sessuali (d’altro canto, cos’è il lavoro se non sempre una vendita parziale delle proprie prestazioni fisiche?), quanto è possibile astrarre, nel trattare questo argomento, dai reali rapporti di forza che oggi regolano le nostre società? Ma, in questo senso, quello della prostituzione è un problema molto simile a quello posto da tutti quei lavori – penso alle badanti o ai lavori di raccolta in agricoltura – tipicamente svolti dagli strati della società che dispongono di minori risorse sia economiche sia educative.

Da questo punto di vista, la prostituzione non è un problema a sé, ma uno dei tanti aspetti delle profonde disuguaglianze che caratterizzano le nostre società, sia all’interno delle singole nazioni sia fra gli Stati. E forse è in questa prospettiva che andrebbe affrontato.

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Chi sono

Sono caporedattrice di "MicroMega". Ho studiato filosofia e ho scritto "Non c'è fede che tenga. Manifesto laico contro il multiculturalismo" (Feltrinelli, 2018); "La Terra è rotonda. Kant, Kelsen e la prospettiva cosmopolitica" (Mimesis edizioni, 2015). Mi occupo principalmente di diritti civili, laicità e femminismo. Vivo a Francoforte sul Meno. Per contattarmi potete scrivere a cinziasciuto@animabella.it

Ich bin Journalistin und Autorin. Ich habe in Rom und Berlin Philosophie studiert und an der Sapienza Universität in Rom promoviert. Ich bin leitende Redakteurin bei der italienischen Zeitschrift für Philosophie und Politik „MicroMega“ und schreibe auch für einige deutschen Medien, u. a. "Die Tageszeitung" und "Faustkultur". Auf meinem Blog „animabella.it“ schreibe ich zu Säkularismus, Frauenrechten, Multikulturalismus und Fragen der Bioethik. Ich habe zwei Bücher geschrieben: "Die Fallen des Multikulturalismus. Laizität und Menschenrechte in einer vielfältigen Gesellschaft" (Rotpunktverlag, 2020; Originalausgabe auf Italienisch Feltrinelli 2018) und „La Terra è rotonda. Kant, Kelsen e la prospettiva cosmopolitica“ (Mimesis Edizioni, Milano 2015). Ich lebe mit meiner Familie in Frankfurt am Main.

Sie können mich unter dieser E-Mail erreichen: cinziasciuto@animabella.it