Quella che segue è la traduzione italiana di una segnalazione uscita su Newsmavens:
Il consiglio comunale di Verona ha approvato recentemente una mozione per sostenere le associazioni antiabortiste, dichiarando Verona “città della vita”. E la risposta delle donne non si è fatta attendere.
“La democrazia costituzionale non è nata piena di diritti, ma piena di promesse. Non è nata, per esempio, con il diritto al divorzio, all’interruzione volontaria di gravidanza, alla parità di diritti e doveri tra i coniugi, alle unioni civili. Insomma, quando denunciamo l’assalto a queste libertà dobbiamo pensare che la democrazia costituzionale non ce le ha regalate: ci ha dato l’opportunità di conquistarle”. Così ha scritto ieri su “La Repubblica” la politologa Nadia Urbinati.
Questo significa che la possibilità di godere di quei diritti implica come conditio sine qua non la nostra costante tensione a difenderli, a non considerarli mai acquisiti una volta e per sempre. E questo per due ragioni: la prima è che le libertà non sono mai per definizione pienamente conquistate, c’è sempre un passo avanti ancora da fare. Le legge sul divorzio e sull’aborto in Italia, per esempio, pur avendo rappresentato una autentica rivoluzione sociale, sono tuttavia dei compromessi con ampi margine di miglioramento.
La seconda ragione è che, così come sono stati conquistati, quei diritti possono anche essere banalmente tolti. Le forze ideologiche e politiche che li avevano contrastati non sono magicamente sparite nel nulla ma esistono ancora e, come fiumi carsici, tendono a ripresentarsi quando le condizioni lo consentono. E questo è uno di quei momenti in Italia, ma anche in molte altre zone d’Europa. È il momento in cui le forze reazionarie, misogine e omofobe rialzano la testa, sventolando ipocritamente slogan “prolife” che nascondono semplicemente fanatismo e fondamentalismo.
La mozione di Verona (a cui si stanno ispirando i gruppi politici più conservatori, come Fratelli d’Italia a Ferrara), il ddl Pillon sull’affidamento dei figli in caso di divorzio, le dichiarazioni del ministro Fontana sui gay, le campagne di Forza Nuova contro i gay con slogan e grafica che riecheggiano senza molto nasconderlo atmosfere fasciste, gli orribili manifesti contro contro la gestazione per altri che iniziano a tappezzare le nostre città sono tutti segnali di questo rigurgito reazionario, misogino e omofobo che va bloccato prima che diventi incontenibile.
I FATTI:
- Lo scorso 4 ottobre il consiglio comunale di Verona ha approvato, con 21 voti a favore e sei contrari, una mozione della Lega sottoscritta dal sindaco Federico Sboarina, che dichiara Verona “città a favore della vita” e assicura finanziamenti ad associazioni cattoliche che mettono in campo iniziative contro l’aborto.
- A votare a favore anche una consigliera del Partito democratico, la capogruppo Carla Padovani, posizione che ha scatenato molte polemica all’interno del Pd;
- al consiglio comunale hanno assistito attiviste del movimento femminista “Non una di meno” vestite, in segno di protesta, da ancelle con costumi simili a quelli della serie Tv “Handmaid’s Tale”;
- a una settimana dall’approvazione della mozione, migliaia di persone provenienti da tutta Italia – la stragrande maggioranza donne – è scesa in piazza a Verona per manifestare contro la mozione e a difesa della legge sull’interruzione di gravidanza
- seguendo l’esempio di Verona, anche in altre città sono state proposte mozioni analoghe.
Commenta