Laicità

Preti, licenza di offendere

Quella febbre che di tanto in tanto costringe a letto impedendoci persino di leggere un libro è un’ottima occasione per fare un’immersione in un mondo che troppo spesso rischiamo di trascurare. Mercoledì 4 maggio, ore 18:20 circa, accendo la tv, seleziono Raiuno: La vita in diretta (condotta dalla sola Mara Venier perché Lamberto Sposini è ancora ricoverato in gravissime condizioni dopo l’emorragia cerebrale che lo ha colpito qualche giorno fa). Una scritta in sovraimpressione indica il tema: «Cosa non si fa per avere un figlio…». E già mi comincio ad agitare sulla poltrona, ma vado avanti fiduciosa. A discuterne è il classico milieu proposto dai talk show del pomeriggio: il medico, lo psicologo, qualche testimonianza famosa e qualche altre popolare e, immancabile, il prete. Quello di mercoledì scorso – che credo sia assunto quasi in pianta stabile nel pomeriggio di Raiuno – è tal don Mario Pieracci, in immancabile abito ecclesiastico a marcare già visivamente l’asimmetria tra lui e gli altri.
Quando mi sintonizzo la discussione è già iniziata ma ne colgo subito il senso: è moralmente lecito tentare tutte le strade che la medicina mette oggi a disposizione per coronare il proprio desiderio di maternità e di paternità? Ovviamente si mettono nello stesso calderone storie diverse, da Miguel Bosè a Gianna Nannini, da chi ricorre alla fecondazione assistita per ragioni cliniche a chi lo fa perché omosessuale. Ma non pretendiamo certo dai talk show del pomeriggio di Raiuno capacità di analisi e approfondimento. Onestà e correttezza, però, sì. La presenza del prete si avverte già prima di essere inquadrato: mentre la conduttrice introduce l’argomento si sente in sottofondo una voce scandire «che miserie, che miserie». Iniziamo bene. Dopo il servizio d’apertura, la parola  va subito all’unica «autorità morale» presente in studio, che nei suoi interventi oscilla costantemente tra il sarcasmo e l’offesa. Con un’arroganza da far invidia a Vittorio Sgarbi, don Mario ha parlato pressocché ininterrottamente, sbracciandosi e lanciando anatemi nei confronti di scelte di vita di cui, ovviamente, non sapeva nulla. Il figlio che Elton John e il marito (che don Mario chiama «il suo amico») hanno avuto grazie a un utero in affitto è per il parroco un «nulla» per la coppia. Che i due addirittura lo considerino «proprio figlio» è per don Mario una «stortura mentale». In un climax ascendente che travolge tutti coloro che tantano di prendere la parola – da Monica Leofreddi, mamma a 44 anni dopo lunghi anni di cure e sofferenze, al povero ginecologo evidentemente non abituato ai ring televisivi – don Mario continua a sentenziare che tutto questo è «contro natura» (come se la sua scelta di astinenza – che siamo certi mantiene con convinta coerenza – fosse perfettamente naturale…), immorale e segno di narcisismo. Ogni tanto la telecamera riprende le smorfie di dissenso degli altri ospiti, nessuno però osava interrompere quello sproloquio perché «è pur sempre un prete» e ai preti noi laici (nel senso di coloro che vestono in borghese) tributiamo un malinteso rispetto che si tramuta troppo spesso in immeritato ossequio.
Con un ghigno malevolo sempre stampato sul volto, don Mario raggiunge la vetta di disprezzo commentando un servizio che racconta la storia di una coppia di donne che 9 anni fa ha deciso di avere un figlio con la fecondazione assistita. Il servizio raccontava il menage di una normalissima famiglia, in cui la bambina era cresciuta benissimo, una famiglia angosciata però dalla mancanza di tutele legali per il genitore «non biologico»: se dovesse succedere qualcosa alla donna che ha fisicamente portato avanti la gravidanza e che è l’unico genitore riconosciuto dalla legge, la bimba potrebbe essere sottratta a quella che da 9 anni è a tutti gli effetti una delle sue due mamme. Una tale crudeltà è ovviamente perfettamente giustificabile agli occhi dell’uomo di Chiesa che anzi si accanisce: «Sono loro che non hanno voluto il padre», quindi ben gli sta. «Sono cose mostruose», sentenzia don Mario, che definisce il desiderio di maternità di una coppia omosessuale un desiderio fuori «dalla grazia di Dio e per fortuna anche degli uomini» («Loro vogliono avere un figlio e io voglio essere un cane», dice provocatoriamente). Il prete arriva persino a benedire le difficoltà economiche che molte donne hanno e che impediscono loro di ricorrere a costose cure: «Meno male», dice senza un’ombra di compassione quando la Venier fa notare che non tutte possono permettersi simili trattamenti.
La sua benedizione don Mario la riserva soltanto a una donna di Palermo, che aveva diligentemente accettato il destino di infertilità che il buon Dio le aveva riservato finchè – miracolo – sempre il buon Dio le ha voluto donare un figlio a 48 anni. «Brava», sentenzia don Mario, che di figli evidentemente si intende.
Un’arroganza e una violenza verbale che non sarebbe perdonata a nessun «laico». Se, come è giusto che sia, la Chiesa pretende di partecipare al dibattito pubblico, è ora che accetti le regole di questo dibattitto, smetta l’abito talare e si confronti sul terreno degli argomenti e non su quello degli anatemi. Ma chi ha dato ai preti licenza di offendere? Chi attribuisce loro una sorta di «sovrappiù» etico che li autorizza a scagliarsi contro le scelte di vita di ciascuno di noi? Di fronte a queste scene che farciscono i programmi della nostra tv contribuendo non poco alla formazione del senso comune, c’è evidentemente bisogno di una riscossa della cultura laica, anzi laicista, che dovrebbe essere orgogliosa della propria tradizione di libertà e di rispetto e non prona e succube, come se le mancasse sempre qualcosa. Se c’è qualcuno a cui manca qualcosa sono proprio quei clericali che non sanno cosa sia il rispetto (laico) né la pietà (cristiana).

17 Commenti

  • La cosa da domandarsi è: perché i programmi televisivi invitano spesso e volentieri personaggi abominevoli? E questo vale per il personaggio descritto non meno che per molti laici. Che invitassero anche (non solo ma anche) altri preti, anche altri laici. Ma evidentemente il talk show se non giocano a scream non sono divertenti.

  • Vedi , il problema è la cultura dei preti. Moltissimi sono fatti preti e conoscono a malapena le linee essenziali del testo biblico e quanti sono i vangeli. La "Chiesa sociale" che ha fatto anche del gran bene all'Italia nei momenti più difficili-vedi dopoguerra" ha purtroppo plasmato la figura del prete che fa e che se anche non sa, da le benedizioni aggrappato a quei dieci comandamenti.Non c'è spiritualità, verticalità, ma immanenza, orizzontalità e capacità di affabulazione: Papa Giovanni Paolo II è uno dei massimi rappresentanti, anche lui usato a sua volta, di questa deriva secolarizzata della Chiesa Cattolica che ormai, per chi è nell'età della ragione, è non-credibile.

  • Come diceva mio nonno: "a zappare li manderei tutti, a zappare!!!".
    Sembra che parlare di cose di cui non si sa assolutamente nulla in merito sia lo sport nazionale praticato nelle televisioni italiane.

  • io non sono d'accordo con il prete ma non sono d'accordo neanche con chi vuole un figlio a tutti i costi.Perché dare vita a un altro essere umano è una cosa seria anzi serissima.Non si può dare vita a un desiderio proprio.Bisogna davvero pensarci bene su mille volte:questo vale per una coppia etero o omosessuale.Dove lavoro vedo tanti genitori che usano i propri figli in none di un'amore che no c'è.che non c'è mai stato.Non si può amare l'altro se non si ama se stesso.Non si può rendere libero un esserino che un domani sarà una donna o un uomo se non si è liberi dentro.Ma davvero liberi!

  • Mi unisco ad anonimo… ma rispetto le decisioni delle persone che volgiono un figlio e fanno di tutto per averlo… purché non siano dei bambini viziati, divenuti adulti per caso…

  • Spesso una componente della cosiddetta "vocazione" a farsi prete è la paura di vivere come tutti gli altri: la paura di non trovare lavoro, la paura di dare vita ad una coppia e ad una famiglia…. con il mare di problemi, però anche di soddisfazioni, che ciò comporta.

    Ovvio che questi nevrotici che hanno rifiutato "il mondo" (secondo la loro stessa terminologia teologica) inconsciamente invidiano e quindi odiano coloro che hanno invece il coraggio di vivere senza la rassicurante protezione di mamma-chiesa.

    Come diceva san Paolo, il prete DEVE essere sposato ed avere figli, altro che celibe, perché occuparsi di una famiglia è anche un'ottima palestra che prepara a saper affrontare la cura di una intera comunità.

    Viceversa, sempre San Paolo diceva che se uno non dimostra di saper educare i propri figli, non ha i requisiti per educare i fedeli a vivere cristianamente.

    Quindi chi ha scelto il celibato faccia pure, ma non vada a predicare a coloro che fanno una vita sessuale adulta e consapevole come si fanno e come si educano i figli.

  • Questi sono gli esperti di umanità…quando quell'umanità è sulla carta, quando invece si tratta di carne e sangue sono pronti alla sassaiola con le tasche colme di pietre e nessuna intenzione di dare ascolto ad un Cristo qualsiasi che fermi la loro mano.
    @ davidorfeus, i miei nonni zappavano la terra, mio padre zappava la terra, ti assicuro che per farlo bisogna amare la terra, magari maledicendola per il suo magro raccolto ma bisogna amarla quella terra. Non credo che questa gente abbia i requisiti necessari per zappare la terra.

  • leggo solo chiacchiere..nessuno affronta il nocciolo.. come farli tacere ?? abolizione patti lateranensi e concordato !! devono pagare le taSSe e poi vediamo quanto fiato gli rimane !!

  • Il problema vero e' l'occupazione di tutti gli spazi pubblici da parte delle gerarchie cattoliche: hanno il potere e lo praticano per la loro autoconservazione, alla faccia della costituzione che definisce laico il nostro stato.Il nuovo direttore generale della rai e' stato insediato dall'opus dei, cosa possiamo aspettarci nel prossimo futuro se non una presenza ancora piu' massiccia dei difensori della morale bigotta? Non sono i preti da cacciare dalle trasmissioni ma i politici dal parlamento.

  • Visto e considerato che i preti ce l'hanno con le cose "contro natura", il prossimo che soffre di cuore, per coerenza, deve morire di questo. S'è mai visto un trapianto in natura? No. E allora preti, siate coerenti! Non andate contro natura! Morite di cause naturali, come un opossum o un fagiano qualsiasi!

    …detta in modo un po' più serio, a razza umana và "contro natura" da millenni. É ora di finirla di tirare in ballo questa questione solo con argomenti che fanno loro comodo. O ci si comporta "contro natura", o non lo si fà mai. La devono finire con questo relativismo morale, inteso come "usare questa morale in relazione al tipo di argomento".

  • In data 27/04/2011, sempre a "la vita in diretta", lo stesso prete ha dichiarato che "l'omosessualità è una branca della pedofilia".
    Ho cercato il video online per pubblicarlo qui, ma sfortunatamente non l'ho trovato.
    Anche io mi domando perché individui simili vengano invitati in tv e solamente quando si parla di questioni delicate, dalle mille sfaccettature e che riguardano fette consistenti di popolazione italiana. Poi mi rispondo che forse personaggi come questo prete, coi loro modi e con la loro maleducazione, con la loro arroganza e irrispettosità, fanno audience, che fondamentalmente è l'unica cosa che interessa questi calderoni televisivi del pomeriggio italiano. Bisognerebbe smetterla di guardarli, secondo me. Almeno ci risparmieremmo un po' di mal di stomaco.

  • "Ma chi ha dato ai preti licenza di offendere? Chi attribuisce loro una sorta di «sovrappiù» etico che li autorizza a scagliarsi contro le scelte di vita di ciascuno di noi?"

    La risposta è semplice: la legge italiana ed ecclesiastica.
    Per la legge italiana si accetta che i battezzati siano sottoposti alla legge ecclesiastica e il Catechismo della Chiesa cattolica rammenta (nn. 1267 e 1269) che il battesimo «incorpora alla Chiesa» e «il battezzato non appartiene più a se stesso […] perciò è chiamato […] a essere «obbediente» e «sottomesso» ai capi della Chiesa». Qualora non lo siano, le autorità ecclesiastiche sono giuridicamente autorizzate a “richiamare” pubblicamente il battezzato.

    Se si auspica che la gerarchia ecclesiastica "accetti le regole di questo dibattitto, smetta l’abito talare e si confronti sul terreno degli argomenti e non su quello degli anatemi" l'unica difesa che attualmente abbiamo è togliersi dalla chiesa cattolica in modo da poter dialogare con essa senza subire l'imposizione di una legge di quello che di fatto è uno Stato estero.
    Sarebbe anche utile togliere alla chiesa stessa ogni tipo di potere temporale, trattarla come una qualunque altra associazione, farle pagare tutte le tasse, farle rispettare tutte le leggi e ribellarsi contro i continui soprusi che commette ai danni dei cittadini, che siano credenti o meno.

  • Chi ci regalerà questo STATO laico da contrapporre all'attuale infarcito di bassezze ed ipocrisia pseudo-religiosa? Dobbiamo aspettare che qualcuno ce lo regali, perchè noi italiani siamo immaturi e, se permette, semideficienti! La penso come lei, forse con qualche crudezza in più, però non mi faccio illusioni. C'è sempre una binetti e un casini a riportare tutto in sagrestia. Complimenti e grazie.

  • Quando l'umanità si libererà delle religioni avremo fatto un altro passo verso la vera civiltà.

  • "La religione è l'oppio dei popoli"
    Parole dette da uno dei peggiori criminali della storia ma, purtroppo, atrocemente vere!
    E che quello italiano sia un popolo sedotto da questi fumi è fuori da ogni dubbio; se non fosse così personaggi come questo tizio in abito talare (che spesso seguo anch'io in quel programma) in tv non ci metterebbero piede…Purtroppo dovranno passare generazioni prima che costoro vengano ricacciati nel posto che meritano e che l'Italia diventi un paese "autenticamente" libero e civile, ergo un paese dove costoro possono pretendere solo ed esclusivamente il diritto di credere alla loro religione ma, in nessun modo, possono pretendere che le loro pseudo regole morali vengano imposte a tutti con le legge dello Stato.
    Saverio da CZ

  • quello che mi fa ridere di questi tonacati, ed arrivare pure a compatirli, è la presunzione di avere una morale superiore agli altri. Come se un credente onesto (qualcuno c'è!) fosse migliore di un 'onesto' senza inutili aggettivi qualificativi

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Chi sono

Sono caporedattrice di "MicroMega". Ho studiato filosofia e ho scritto "Non c'è fede che tenga. Manifesto laico contro il multiculturalismo" (Feltrinelli, 2018); "La Terra è rotonda. Kant, Kelsen e la prospettiva cosmopolitica" (Mimesis edizioni, 2015). Mi occupo principalmente di diritti civili, laicità e femminismo. Vivo a Francoforte sul Meno. Per contattarmi potete scrivere a cinziasciuto@animabella.it

Ich bin Journalistin und Autorin. Ich habe in Rom und Berlin Philosophie studiert und an der Sapienza Universität in Rom promoviert. Ich bin leitende Redakteurin bei der italienischen Zeitschrift für Philosophie und Politik „MicroMega“ und schreibe auch für einige deutschen Medien, u. a. "Die Tageszeitung" und "Faustkultur". Auf meinem Blog „animabella.it“ schreibe ich zu Säkularismus, Frauenrechten, Multikulturalismus und Fragen der Bioethik. Ich habe zwei Bücher geschrieben: "Die Fallen des Multikulturalismus. Laizität und Menschenrechte in einer vielfältigen Gesellschaft" (Rotpunktverlag, 2020; Originalausgabe auf Italienisch Feltrinelli 2018) und „La Terra è rotonda. Kant, Kelsen e la prospettiva cosmopolitica“ (Mimesis Edizioni, Milano 2015). Ich lebe mit meiner Familie in Frankfurt am Main.

Sie können mich unter dieser E-Mail erreichen: cinziasciuto@animabella.it