Diritti Miscellanea

I perbenisti e lo stupratore

Cos’hanno in comune i casi di Strauss-Kahn e quello di Anthony Weiner? L’uno è accusato di violenza sessuale, l’altro si è scoperto che inviava foto di sé nudo ad alcune donne via Facebook.

Da una lato c’è la violenza, dall’altro, tuttalpiù, una debolezza. Da un lato c’è il codice penale, dall’altro il giudizio morale. Da un lato c’è ben più e ben altro che uno scandalo sessuale: Strauss-Kahn non è stato colto in flagrante mentre tradiva la moglie, è accusato di essere uno stupratore. Con l’odiosa aggravante della doppia prevaricazione: del maschio sulla femmina e del potente sull’umile (o forse tripla, se aggiungiamo quella del bianco sul nero). E la manifestazione delle cameriere di qualche giorno fa a New York è il segnale di una presa di coscienza che è allo stesso tempo di genere e di classe (e quasi anche di colore, visto che molte di loro sono nere). 

Anthony Weiner non ha fatto violenza a nessuno e l’unica persona a cui deve rispondere del suo comportamento è la moglie. Strauss-Kahn deve invece dimostrare la sua innocenza davanti a un tribunale e di fronte alla società tutta. Il suo comportamento lede il principio dell’inviolabilità di ogni essere umano e, se le accuse fossero confermate, lo rende del tutto incompatibile con qualunque ruolo pubblico. Il comportamento di Weiner lede, tuttalpiù, la sua dignità e saranno i suoi elettori a decidere se è ancora in grado di rappresentarli degnamente oppure no. 

E allora perché si tende a mettere tutto nello stesso calderone, rubricando questi episodi (come anche le vicende che riguardano Silvio Berlusconi, accusato di sfruttamento della prostituzione minorile) sotto l’etichetta «scandali sessuali»? Temo che la ragione sia dolorosamente semplice: nonostante il nostro codice penale (da non molto tempo per la verità) definisca la violenza sessuale un reato contro la persona e non più contro la morale, quel che davvero conta nella storia di Strauss-Kahn è proprio la violazione del codice del «perbenismo». E non la violazione del corpo di una donna. 


2 Commenti

  • Analisi attenta e condivisibile. E' importante leggere in filigrana, negli avvenimenti, nelle prese di posizione "ufficiali" della stampa più influente, ecc., le vere cause di certe indignazioni, perché viene a galla il vero "senso comune" che ancora governa i nostri comportamenti e le nostre reazioni: il perbenismo è ancora prioritario rispetto alla considerazione della donna come persona. Tristemente vero.

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Chi sono

Sono caporedattrice di "MicroMega". Ho studiato filosofia e ho scritto "Non c'è fede che tenga. Manifesto laico contro il multiculturalismo" (Feltrinelli, 2018); "La Terra è rotonda. Kant, Kelsen e la prospettiva cosmopolitica" (Mimesis edizioni, 2015). Mi occupo principalmente di diritti civili, laicità e femminismo. Vivo a Francoforte sul Meno. Per contattarmi potete scrivere a cinziasciuto@animabella.it

Ich bin Journalistin und Autorin. Ich habe in Rom und Berlin Philosophie studiert und an der Sapienza Universität in Rom promoviert. Ich bin leitende Redakteurin bei der italienischen Zeitschrift für Philosophie und Politik „MicroMega“ und schreibe auch für einige deutschen Medien, u. a. "Die Tageszeitung" und "Faustkultur". Auf meinem Blog „animabella.it“ schreibe ich zu Säkularismus, Frauenrechten, Multikulturalismus und Fragen der Bioethik. Ich habe zwei Bücher geschrieben: "Die Fallen des Multikulturalismus. Laizität und Menschenrechte in einer vielfältigen Gesellschaft" (Rotpunktverlag, 2020; Originalausgabe auf Italienisch Feltrinelli 2018) und „La Terra è rotonda. Kant, Kelsen e la prospettiva cosmopolitica“ (Mimesis Edizioni, Milano 2015). Ich lebe mit meiner Familie in Frankfurt am Main.

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