Laicità

Le violenze di Colonia e il rischio di una deriva multiculturalista

Women shout slogans and hold up a placard that reads "Against Sexism - Against Racism" as they march through the main railway station of Cologne, Germany, January 5, 2016. About 90 women have reported being robbed, threatened or sexually molested at the New Year's celebrations outside Cologne's cathedral by young, mostly drunk, men, police said on Tuesday. REUTERS/Wolfgang Rattay - RTX215NV

Sulla vicenda di Colonia e delle aggressioni subite da moltissime donne la notte di capodanno in numerose città della Germania è stato detto molto, e non sempre purtroppo a proposito. Mentre aspettiamo di conoscere meglio quelle “modeste verità di fatto” di cui parlava Hannah Arendt e senza le quali è semplicemente impossibile esprimere un giudizio fondato, qualcosa si può dire invece sul dibattito che ne è seguito e che ha visto da un lato i beceri di casa nostra al grido: “le nostre donne non si toccano, cacciamoli via” (la stessa identica cultura degli aggressori: ognuno insomma molesti le proprie donne!) e dall’altro la dignità e il coraggio delle donne tedesche scese in piazza con lo slogan “no sessismo, no razzismo”.

La condanna senza se e senza ma delle violenze di Colonia non può e non deve tradursi, infatti, in una condanna di un gruppo etnico o nazionale, visto che i comportamenti, e tanto più i reati, sono individuali e non sono certamente determinati geneticamente. Gli individui che agiscono, però, sono portatori di una cultura che – al contrario dei geni – un ruolo fondamentale lo gioca eccome nel determinare il comportamento di quegli individui. Una cultura misogina, patriarcale e sessuofobica è nemica delle libertà delle donne e degli uomini, chiunque ne sia il portatore, se il caporale delle campagne nel ragusano o l’immigrato musulmano. O anche le donne stesse, spesso complici attive di una tale cultura, come le mogli dei caporali, che sanno delle violenze dei loro uomini nei confronti delle contadine rumene in Sicilia e tacciono. Parliamo del 2015 e della cattolicissima Italia. E tutto questo ha molto a che fare con la cultura tradizionale siciliana e con le sue radici cattoliche. La visione della donna e la sessuofobia del cattolicesimo sono mattoni essenziali della cultura patriarcale e misogina del Suditalia.
Dobbiamo difendere il “no al sessismo, no al razzismo” chiaro e inequivocabile dall’annacquamento multiculturalista in cui rischia di affogare, perché gli uomini e le donne in carne e ossa, sì, sono tutti uguali, ma le culture no, non lo sono. Ed esattamente come ogni giorno combattiamo contro la cultura cattolica tradizionale, misogina, patriarcale e sessuofobica, non possiamo non vedere il carattere altrettanto se non più misogino, patriarcale e sessuofobico dell’islam e non renderci conto che una immigrazione di massa di persone portatrici di una tale cultura rappresenta una sfida, da affrontare in modo intransigente con le armi della laicità, dell’eduzione, della scuola pubblica, dell’integrazione, e senza cessioni neanche minime a società parallele e comunità chiuse. Continuiamo, per fare solo un esempio, la lotta per eliminare l’insegnamento di ogni religione dalla scuola pubblica di ogni ordine e grado, e non cediamo invece alle pressioni di chi vuole aggiungere l’insegnamento dell’islam. La battaglia delle donne e degli uomini liberi e laici è ancora lunga e il pensiero reazionario riprende piede anche qui da noi.
In chiusura una provocazione. Dopo le violenze della notte di capodanno sono piovute centinaia di denunce. Mi chiedo: non è che anche noi donne occidentali siamo in parte succubi dell’idea che “gli altri” non ci possano toccare mentre dai “nostri” uomini tolleriamo comportamenti intollerabili? Non è che il coraggio di denunciare quelle donne lo hanno trovato proprio perché si trattava di gruppi di immigrati? E che forse lo stesso coraggio non ce l’hanno – forse perché consapevoli che non riceverebbero la stessa solidarietà – quando vengono molestate dai tedeschi ubriachi all’Oktoberfest, o magari dai loro mariti e compagni tra le mura domestiche, o dai tifosi inebriati da una vittoria o resi irascibili da una sconfitta, o in qualunque altra occasione in cui i “nostri” maschi si sentono in diritto di allungare le mani e noi taciamo?

7 Commenti

  • Non mi riconosco in questa idea di laicità.
    La cultura cattolica "tradizionale, misogina, patriarcale e sessuofobica", alla pari di quella di matrice islamica, se la battono alla pari con l'arretratezza e il degrado culturale che sono abbondantemente presenti nella cultura tradizionale, misogina, magari non patriarcale ma certo sessuomaniacale e irreligiosa che alligna abbondantemente per esempio nelle aree leghiste, al nord d'Italia e anche nel nord Europa.
    Mescolare cultura e religione, pensare di fare cultura combattendo le religioni per me è una sciocchezza. Cordialmente.

  • ineccepibile come sempre – i problemi purtroppo stanno crescendo sia in qualità che in quantità e si stanno pure accavallando! e poi coi problemi crescono sempre anche i cretini –

  • Sono confuso. Solo qualche domanda:
    1- nella maggioranza del mondo islamico é LEGALE lapidare donne (e solo donne!);
    2- in tantissimi paesi islamici le donne non possono guidare automobili nè andare in bicicletta;
    3- in tanti paesi islamici le donne non hanno diritto alla cultura;
    4- in TUTTI i paesi islamici le donne non possono vestire come vorrebbero;
    5- in alcune culture esistono pratiche come l'infibulazione….!
    Perchè continuiamo ad arrampicarci sugli specchi del multicultutralismo e non diciamo papale papale che che il mondo musulmano è un mondo barbaro e mediovale? Le schifezze (tantissime ) del mondo cristiano per me sono una aggravante :nel mondo delle religioni non c'è speranza alcuna! via TUTTE dalle palle. Riguardo alle cronache di questi giorni chiedo solo questo: cosa sarebbe successo agli occidentali se avessero fatto, quanto successo a Colonia, in Arabia Saudita?

  • sono un pò disorientato ,
    nonostante l' articolo esaustivo ancora non capisco.
    perché gli stupri in ex-Jugoslavia sono stati etichettati come stupri etnici e questi invece sembra a sentire "l'inteligentia benista" siamo noi che siamo stronzi?
    mi vien in mente solo di essere contento di essere stato a centinaia di chilometri da Colonia , se nò finiva che espellevano me.

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Chi sono

Sono caporedattrice di "MicroMega". Ho studiato filosofia e ho scritto "Non c'è fede che tenga. Manifesto laico contro il multiculturalismo" (Feltrinelli, 2018); "La Terra è rotonda. Kant, Kelsen e la prospettiva cosmopolitica" (Mimesis edizioni, 2015). Mi occupo principalmente di diritti civili, laicità e femminismo. Vivo a Francoforte sul Meno. Per contattarmi potete scrivere a cinziasciuto@animabella.it

Ich bin Journalistin und Autorin. Ich habe in Rom und Berlin Philosophie studiert und an der Sapienza Universität in Rom promoviert. Ich bin leitende Redakteurin bei der italienischen Zeitschrift für Philosophie und Politik „MicroMega“ und schreibe auch für einige deutschen Medien, u. a. "Die Tageszeitung" und "Faustkultur". Auf meinem Blog „animabella.it“ schreibe ich zu Säkularismus, Frauenrechten, Multikulturalismus und Fragen der Bioethik. Ich habe zwei Bücher geschrieben: "Die Fallen des Multikulturalismus. Laizität und Menschenrechte in einer vielfältigen Gesellschaft" (Rotpunktverlag, 2020; Originalausgabe auf Italienisch Feltrinelli 2018) und „La Terra è rotonda. Kant, Kelsen e la prospettiva cosmopolitica“ (Mimesis Edizioni, Milano 2015). Ich lebe mit meiner Familie in Frankfurt am Main.

Sie können mich unter dieser E-Mail erreichen: cinziasciuto@animabella.it